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Il caso ‘Plusvalenze Juve’ non ha insegnato niente: nuova penalizzazione in arrivo | La big rischia la retrocessione

Agnelli
Andrea Agnelli, Presidente Juventus, fu travolto dal caso plusvalenze nella passata stagione/ANSA-Dotsport.it

Dopo il caso dei bianconeri nella scorsa stagione che ha costretto la squadra torinese ad un anno senza Europa, ancora uno caso. 

La stagione scorsa, almeno per quel che riguarda la Serie A, fu investita dalle polemiche e dal caso plusvalenze fittizie legate alla Juventus. Una storia che ha fatto parlare per mesi e che alla fine si è conclusa con la penalizzazione inflitta ai bianconeri e con l’esclusione dalle Coppe Europee.

Dopo un’annata travagliata, infatti, che la vide uscire prematuramente dalla Champions League, arrivare fino alla semifinale di Europa League ed uscire anzitempo dalla Coppa Italia, Massimiliano Allegri riuscì comunque a portare la squadra al terzo posto in classifica.

Una posizione realmente raggiunta con i punti conquistati in classifica, ma mai omologata nella realtà a causa dei vari processi che hanno coinvolto il club torinese. La giustizia sportiva, infatti, inflisse prima una penalizzazione di quindici punti alla squadra, poi pensò bene di toglierli tutti, per poi infine ridurli a dieci.

Con questa penalizzazione definitiva, quindi, la Juve passò dal terzo al settimo posto in classifica, posizione utile per accedere alla Conference League. In estate, però, il club patteggiò l’esclusione dalle coppe europee per una stagione e riuscì ad azzerare tutte le altre accuse a suo carico (ulteriori indagini sulle plusvalenze, falso in bilancio) di cui si stava interessando anche l’UEFA.

Premier League, l’Everton ed il caso Chelsea

Questa stagione, almeno in Serie A, non ci sono stati interventi della giustizia sportiva per penalizzazioni da infliggere a squadre o rischi di retrocessioni. In Inghilterra, invece, nella ben più ricca e seguita Premier League, c’è la questione legata all’Everton che ha visto la sua classifica menomata da diversi punti in meno. Ora, però, in tal senso, rischia anche il Chelsea.

Sotto la lente d’ingrandimento della Premier League, infatti, è finita la vendita di due hotel da parte del club, per un valore complessivo di 76,5 milioni di sterline. Il massimo organo calcistico per club britannico sta indagando per capire se la cessione sia avvenuta a un prezzo equo. Il sospetto è che la dirigenza, guidata dal magnate Todd Boehly, abbia utilizzato questa operazione come una scorciatoia per aggirare le regole del Fair Play Finanziario e ridurre le perdite accumulate nei quasi due anni in cui è stato proprietario del club.

Chelsea
Un frame del match tra Chelsea e Newcastle di questa stagione/ANSA-Dotsport.it

Fair play finanziario, ecco cosa rischia il Chelsea

Perdite che ammontano a 105,13 milioni di euro per l’anno fiscale 2022/23. Senza la vendita degli hotel, la perdita sarebbe stata di quasi il doppio, ben 194,8 milioni di euro. Le regole del FPF della Premier League sono rigide. I club, infatti, non possono superare un certo limite di deficit nell’arco di tre anni. Il Chelsea, nei due anni precedenti, invece, aveva già utilizzato 142,12 milioni di sterline di questa quota. Se la valutazione degli hotel dovesse risultare inferiore ai 76,5 milioni incassati, quindi, per il club londinese si aprirebbe uno scenario a dir poco preoccupante.

Le possibili sanzioni da parte della Premier League possono essere pesanti. Multe salate, penalizzazioni in classifica e, nei casi più gravi, addirittura l’esclusione dalle competizioni europee. La dirigenza del Chelsea, ovviamente, nega qualsiasi illecito e si dice fiduciosa circa l’esito delle indagini. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana e la situazione preoccupa i tifosi dei Blues. L’epilogo di questa vicenda è ancora tutto da scrivere, ma il Chelsea si trova ad affrontare una sfida cruciale per il suo futuro.