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È ‘figlio’ di Ronaldinho ma ha un carattere incandescente | Sbarca in Serie A da svincolato: colpo da 20 gol stagionali

Ronaldinho
Ronaldinho, ex grande fuoriclasse del calcio, in una foto nel suo Paese quando era giovane/ANSA-Dotsport.it

Uno dei più amati e famosi calciatori del nuovo millennio potrebbe presto avere il suo erede nel nostro campionato.

Ha incantato milioni e milioni di appassionati e tifosi di calcio ed è stato sicuramente tra i calciatori più amati di sempre. Il suo calcio era gioia, era spensieratezza, era divertimento e vederlo giocare era come andare al Luna Park, ma soprattutto riconciliava ogni spettatore con quello che dovrebbe essere il significato principale di questo sport: il divertimento che si ha da bambini a rincorrere e calciare un pallone.

Ronaldinho è stato tutto questo ed il suo sorriso stampato in faccia tutte le volte che era su un terreno di gioco rappresenta sicuramente la fotografia più fedele di cosa è stato il Gaucho per tutti gli amanti del calcio. Il fuoriclasse brasiliano, però, non è stato solo finte, tunnel, veroniche, rabone e tiri di punta/esterno che si infilavano sotto il sette.

Ronaldinho, soprattutto tra il 2002 e il 2006, è stato uno dei più forti calciatori in circolazione, il più forte soprattutto tra il 2004 ed il 2006 e vinse anche il Pallone d’Oro nel 2005. In quei tempi, inoltre, tra Paris Saint Germain, Barcellona e Nazionale brasiliana era spesso decisivo in campo anche perché riusciva ad unire la sua classe e la sua tecnica, ben superiore a quella di tutti gli altri, con una velocità nelle gambe supersonica

In alcuni match era semplicemente imprendibile e la sua classe innata faceva vincere le partite, ma faceva anche innamorare tutti, grandi e piccini, del gioco del calcio. Decisivo nella vittoria del Mondiale 2002 per l suo Brasile, insieme a Ronaldo e Rivaldo, decisivo per la seconda Champions della storia del Barcellona, quella vinta nel 2006 con Rijkaard in panchina ed in finale contro l’Arsenal.

Dinho, dal Barça al Milan fino al declino

Dietro di lui, però, nel Barça, stava crescendo un argentino di piccola statura e dal capello folto e di cui da lì in poi sentiremo parlare molto spesso. Si chiama Lionel Messi e pian piano si prende la scena, la maglia numero dieci di Ronaldinho del Barcellona, gli applausi e la venerazione della gente.

Ronaldinho viene svenduto al Milan e in Italia passerà due stagioni e mezzo in cui giocherà al massimo al 50% delle sue potenzialità, ma farà comunque divertire tutti gli appassionati e i tifosi del nostro calcio. La stagione 2009/2010, quella con Leonardo in panchina, è la migliore in rossonero e Dinho incanta e va in doppia cifra sia come gol che come assist. Nella stagione successiva arriva Massimiliano Allegri e la sua esperienza nel nostro campionato termina a gennaio.

Ronaldinho
Ronaldinho, attaccante ex Milan, qui in una sfida del campionato di Serie A 2010/2011 contro il Genoa/ANSA-Dotsport.it

Dinho, ecco il suo erede

Il lento declino ormai è arrivato, ma nel 2020 il suo carattere particolare e poco incline al rispetto delle leggi e delle regole lo porta a finire in carcere per aver falsificato dei documenti ed essere entrato in Paraguay con quelli falsi. 171 giorni di carcere in cui diventa l’idolo di tutti perché fa vincere ogni torneo di calcio all’interno della prigione.

In Brasile, al momento, c’è un ragazzo del 2003 che lo ricorda molto, sia come caratteristiche tecniche che come carattere e modi di fare. Si chiama Renyer Luan de Oliveira, o più semplicemente Reyner ha esordito nel Santos in prima squadra dopo essere cresciuto nelle giovanili dell’ex squadra di Pelè e di quelle delle selezioni nazionali brasiliane. Ora è svincolato e può essere una scommessa e affare per diversi club, anche italiani che vogliono puntare su di lui.