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Non sei una nostra priorità | Rese grandi Maignan e Theo: ora lo hanno scaricato

Milan, Stefano Pioli non conta su di lui: il calciatore può andare via a gennaio.
L’allenatore del Milan, Stefano Pioli – Foto LaPresse – dotsport.it.

I rossoneri non sembrano puntare più su una figura che negli ultimi anni è stata fondamentale per la crescita della squadra.

Il Milan è in difficoltà. Dopo un ottimo inizio ed il primo posto conquistato ad inizio ottobre, al termine della contestatissima vittoria di Genova, i rossoneri non hanno più vinto ed hanno messo insieme tre sconfitte ed un pareggio nelle ultime quattro partite, tra Campionato e Champions League.

I rossoneri si sono riscoperti fragili e sembrano non ritrovarsi più. Secondo la maggior parte dei tifosi il colpevole numero uno dell’attuale situazione è l’allenatore Stefano Pioli che non riesce più a dare un’identità ed un gioco alla sua squadra. Per molti le colpe del tecnico rossonero sono anche quelle di una preparazione atletica approssimativa, visti i tanti infortuni muscolari, e di uno spogliatoio non più completamente nelle sue mani.

Eppure, come è risaputo, alle origini del Milan che è tornato competitivo e vincente in Italia e in Europa, c’è stato anche e soprattutto il lavoro di Stefano Pioli. Da quando ad ottobre 2019, ormai più di quattro anni fa, l’ex tecnico di Lazio e Inter prese il posto di Marco Giampaolo sulla panchina del Diavolo, infatti, è stato un crescendo continuo, con una squadra che ha raggiunto risultati che nessuno si sarebbe mai aspettato.

Ad agevolare questo cammino, ovviamente, almeno nelle prime stagioni, c’è stato anche il lavoro della dirigenza e, soprattutto, di Paolo Maldini (licenziato a giugno scorso) che ha migliorato la squadra, nel corso del tempo, con acquisti mirati ed intelligenti. Come dimenticare gli arrivi di Bennacer, Leao, Tomori, Kalulu, Maignan, Theo Hernandez, solo per citarne alcuni, che hanno alzato il livello tecnico del Milan in pochissimo tempo.

Ibra, la svolta del Milan. Ancora una volta?

La svolta si ebbe sicuramente a gennaio 2020 quando arrivarono Simon Kjaer e Zlatan Ibrahimovic. Due uomini vincenti e d’esperienza che, oltre a migliorare il livello tecnico della squadra, ne hanno anche e soprattutto migliorato carisma, leadership e mentalità.

Soprattutto lo svedese, arrivato dopo quel disastroso 0-5 di Bergamo del dicembre 2019, ha cambiato la storia recente del Milan ed è diventato l’uomo fondamentale per Pioli, e all’interno dello spogliatoio, nel dare ai rossoneri quel cambio di passo di cui necessitavano, ma anche nel far maturare un gruppo che faticava a conoscersi e avere le giuste convinzioni.

Zlatan Ibrahimovic
Zlatan Ibrahimovic, ex calciatore Milan, corteggiato dalla dirigenza per tornare in società/Dotsport.it

Cardinale-Ibra, l’incontro alla fine c’è stato

Ora, in questo momento delicato, si pensa di nuovo ad Ibra come salvatore della patria. Nonostante il suo ritiro dal calcio giocato, infatti, non è un mistero che i dirigenti rossoneri vedrebbero di buon occhio un suo ritorno a Milanello nelle vesti di dirigente/accompagnatore della squadra. Una figura che potrebbe fare da tramite tra allenatore e giocatori e dare nuovamente la svolta ad un gruppo che sembra essersi perso.

Anche se all’inizio non era previsto, nel pomeriggio di lunedì è arrivato un incontro in gran segreto tra il proprietario del Milan, Gerry Cardinale, arrivato a Milano per stare affianco alla squadra e per assistere a Milan-Psg, gara fondamentale per il cammino in Champions della squadra, e Zlatan Ibrahimovic. L’argomento è sempre quello: il rientro di Ibra in società e sicuramente si saranno poste le basi in tal senso.