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Conte per lui ci perse il sonno | Ma scappa ancora dalla Serie A: pronta la nuova avventura in Premier League

Conte
Antonio Conte saluta il suo pupillo Romelu Lukaku durante un match ai tempi dell’Inter/LAPRESSE-Dotsport.it

Di lui si innamorò il tecnico leccese che però non riuscì a portarlo in Italia. Il matrimonio con il nostro campionato verrà ancora rimandato.

Nel corso della sua carriera Antonio Conte non ha mai amato le mezze misure. Maniaco degli schemi e della tattica, attentissimo ad ogni dettaglio, ossessionato dalla vittoria e dal risultato, perfezionista per ciò che riguarda ogni piccolo particolare che riguarda i propri calciatori e la propria squadra.

Quando un suo ex calciatore parla del tecnico leccese dice quasi sempre che con lui ha imparato a non mollare mai, a gestire il gruppo e farlo diventare coeso e vincente, ad impegnarsi e sacrificarsi per la squadra e per i compagni.

Non ci sono mezze misure con Antonio Conte: o sei con lui e quindi ti getteresti anche nel fuoco per lui, o sei contro di lui e quindi in una sua squadra duri pochissimo tempo. La visione maniacale che ha l’ex allenatore di Inter e Juventus del calcio e la voglia di vincere e primeggiare sono i dettagli che hanno fatto la differenza e lo hanno fatto vincere in ogni esperienza vissuta in panchina, Tottenham a parte.

In tutta questa narrazione sui metodi contiani, però, c’è solo un difetto. Questo modo di fare e intendere il calcio, il gruppo e lo spogliatoio non può durare per troppi anni anche per una questione di logorio mentale e fisico che i calciatori accusano dopo un paio di stagioni alle prese con gli allenamenti e i modi di allenare e fare calcio di Conte.

Conte e la fissa per gli attaccanti di peso. Quella volta che…

Uno dei suoi mantra fondamentali, inoltre, è sempre stato il voler avere a disposizione la punta forte d’area da rigore, potente fisicamente e abbastanza veloce, a cui appoggiarsi per i contropiedi della squadra e giocare di ripartenza. Diego Costa al Chelsea, Romelu Lukaku all’Inter, Harry Kane al Tottenham.

Non è un caso che le sue squadre, almeno ultimamente, la punta dominante in area di rigore l’abbiano sempre avuta. La sua prima Juventus, con i vari Matri, Quagliarella e Vucinic faceva un’eccezione, fino ad un certo punto. Nell’estate del 2013, infatti, Antonio Conte chiese e ottenne l’ariete d’area da rigore tanto desiderato e amato. Alla fine arrivò Fernando Llorente a cui il tecnico leccese non rinunciava quasi mai, ma non è un mistero che in quella sessione di mercato la Juve andò vicinissima a portare in Italia, Robin Van Persie.

Van Persie
Van Persie, grande ex attaccante della Nazionale olandese, è stato vicino alla Juve nel 2013/ANSA-Dotsport.it

Da grande bomber ad allenatore, Van Persie fa pratica. Ecco dove

L’ex attaccante olandese, che è stato un leggendario bomber soprattutto in Inghilterra tra Arsenal e Manchester United, in quel periodo giocava nei Red Devils e lì rimase per qualche altra stagione, prima di chiudere la carriera, sempre a suon di gol, tra Fenerbahce e Feyenord. Ora, sta intraprendendo la carriera da allenatore e ha scelto proprio il centro sportivo di una delle sue ex squadre – lo United – per completare il suo percorso da apprendista tecnico.

Il connazionale Erik ten Hag ha accettato di buon grado di far fare esperienza a Carrington al miglior cannoniere di sempre della Nazionale olandese (50 gol in 102 presenze totali). Una volta ottenuto il patentino UEFA A, per l’ex Feyenoord si apriranno le porte della carriera in panchina nelle prime squadre, dato che attualmente allena la primavera proprio del club olandese prossimo avversario della Roma nei playoff di Europa League. Secondo The Athletic, infine, Van Persie osserverà gli allenamenti del Manchester United e parteciperà a delle sedute teoriche faccia a faccia con Ten Hag.