Nessuna sconfitta a testa alta: la Juventus riparte dalla fame di vittorie

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Comolli: “Vincere sarà la mia ossessione” – ora serve questa mentalità per rilanciare il progetto bianconero
La Juventus esce dal Mondiale per Club con la consapevolezza che, per tornare grande, non bastano prestazioni dignitose: serve fame vera di trofei. Il nuovo direttore generale Damien Comolli non ha avuto dubbi: il club deve riabbracciare la propria cultura, dove l’unica opzione accettabile è vincere.
Comolli e la nuova ossessione vincente
All’esordio ufficiale, Comolli ha usato parole forti: il suo mandato è chiaro, la Juventus deve mettere la vittoria al centro di tutto. Non si tratta solo di mentalità, ma di un cambiamento strutturale. Ha anticipato un assetto societario rinnovato, con nuove figure in ruoli chiave per puntare con decisione sull’obiettivo principale: riportare i trofei allo Stadium.
Identità perduta, bisogna ritrovarla
La stagione ha messo in luce un vuoto culturale: prestazioni altalenanti, delusioni in Champions e Coppa Italia, un allenatore sotto pressione. Non valgono le “teste alte”: o si vince, o si perde. Il motto “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” — eredità storica del club — torna centrale nel rilancio del progetto. Ecco perché Comolli vuole sentire questa “ossessione” in ogni reparto, dal campo alla dirigenza.
Per la Juventus non ci sono mezze misure: dalla dirigenza ai tifosi, passa tutto da un ritorno alla mentalità vincente. Dopo un momento di difficoltà, serve coesione, scelte rapide e una struttura pronta a supportare ufficialmente un solo obiettivo: tornare a impreziosire la bacheca con trofei. I prossimi mesi saranno decisivi per vedere se la fame di vittorie tornerà ad alimentare la Vecchia Signora.