Gattuso ct azzurro: il ritorno alle origini per riportare l’Italia al Mondiale

Gabriele Gravina Gennaro Gattuso e Gianluigi Buffon - fonte_Lapresse.it - Dotsport.it
Il tecnico campione del mondo 2006 riparte con la Nazionale, puntando su spirito di gruppo e giovani: il contratto è annuale, l’obiettivo è la qualificazione.
Un ritorno carico di significati
Gennaro “Rino” Gattuso ha ufficialmente sposato il progetto della Nazionale italiana con un contratto annuale, focalizzato sulla qualificazione ai Mondiali 2026. La scelta su di lui è ricaduta per il suo profondo legame con la maglia azzurra, la conoscenza del calcio italiano e la capacità di tenere insieme un gruppo – tutte qualità espresse con convinzione da Gravina e da Buffon, scelto come capo-delegazione.
Alla conferenza di presentazione, Gattuso ha espresso umiltà e pragmatismo: “Non sono un mago, ma prometto impegno totale. Ho visionato 35 giocatori e ora selezionerò chi meglio interpreta il mio progetto di squadra” . Il suo ritorno è considerato un passo deciso verso una Nazionale che ha smarrito identità ed entusiasmo dopo le recenti eliminazioni.
Spirito di gruppo e giovani al centro
Al cuore del progetto c’è la volontà di ricostruire un ambiente simile a quello del 2006: un senso di appartenenza, entusiasmo e presenza ai ritiri. Gattuso ha dichiarato che chi verrà convocato dovrà restare a Coverciano, creando così un clima compatto e propositivo.
Il nuovo ct ha anche posto un’attenzione particolare ai giovani: ritiene che in Italia ci sia talento ma che questo vada valorizzato dal settore giovanile fino alla prima squadra, riducendo la presenza degli stranieri in Serie A e favorendo i ragazzi nostrani. Sul piano tattico, si ipotizza una difesa a tre e un gioco più proattivo e aggressivo, riflettendo il suo stile da giocatore ma con rigore tecnico.
L’avventura di Gattuso sulla panchina della Nazionale riparte dal suo cuore azzurro e da una strategia ben chiara: passione, lavoro, giovani e senso di squadra. Un ritorno alle origini carico di speranze, ma anche di consapevolezza: il tempo è limitato, gli stimoli devono trasformarsi in risultati. La prima sfida arriverà già a settembre contro Estonia e Israele: un banco di prova fondamentale per dimostrare che questo nuovo inizio è davvero la chiave per il rilancio degli Azzurri.