Mancano pochi giorni agli Australian Open e Kim Clijsters ha deciso di raccontare il suo rapporto spirituale con il padre. In un’intervista al Guardian la tennista belga ha descritto la relazione che ancora la unisce con il padre scomparso nel gennaio 2009, che è stato suo coach e spesso viaggiava con lei per i campi di tutto il mondo: “Se succede una volta si può dire che sia stata una coincidenza, ma quando continua si inizia a sentire è qualcosa d’altro. Mi vengono i brividi a pensarci” – ha dichiarato Kim prima di elencare alcuni aneddoti molto personali- “Io e papà avevamo un rapporto molto importante con il numero uno. A volte di notte mi sveglio e guardare il mio orologio e sono la 1:11. Questo numero mi ricorda poi anche cosa è successo anche agli US Open nel 2009 … nei quarti contro Venus Williams. Nell’ultimo game ero sotto 15-40. Era un momento molto difficile e avevo perso il mio primo servizio. Anche se di solito non mi fermo mai per guardare la velocità della mia battuta proprio quella volta mi sono girata e ho letto 111: è stato come dire ‘Ah … OK'”. Ancora sulla strada per Flushing Meadows per la sua semifinale: “Ero ansiosa. Diventata da poco madre sono stata fuori dai campi per due anni e mezzo e avrei dovuto affrontare Serena Williams. Poco prima di arrivare però la radio passò una canzone di Barry White. Mio padre era un grande fan di Barry White e quella era proprio la stessa canzone che avevamo suonato al suo funerale. Qualche giorno dopo la fine del torneo ho chiamato mia sorella Elke in Belgio e le ho detto: ‘Mi sentivo incredibilmente calma, così ho vinto la partita e il torneo'”. Anche la scorsa estate, mentre ritornava a casa il giorno del suo compleanno: “Intorno alle 11 di sera. Stavo parlando con mia sorella al telefono e appena abbiamo finito è iniziata Katie Melua, che abbiamo suonato al funerale di mio padre. ‘Ecco il mio regalo di compleanno’ Ho detto prima di ricominciare a piangere”.