Disabili, un valore aggiunto per le aziende

Il lavoro nobilita la persona, ed è fondamentale per la sua identità. Il discorso vale ovviamente per tutti, anche per chi, purtroppo, è affetto da qualche disabilità. Perché avere una qualche “limitazione” motoria o cognitiva, per esempio, non significa assolutamente non essere in grado di lavorare, essere produttivi e indipendenti, ritagliandosi un proprio spazio nel tessuto economico della società. Oggi, grazie all’impegno di chi per anni ha lottato per vedersi riconoscere dei diritti inalienabili e mostrare agli scettici che è possibile migliorare le proprie condizioni e rendere le differenze tra le persone e i gruppi socialmente accettabili, e al lavoro svolto soprattutto dalle associazioni di volontari e organizzazioni no profit, il disabile non viene più visto come una sorta di creatura “aliena” nel contesto del nostro tessuto sociale, ma, giustamente, come un individuo.

Assumere oggi un dipendente affetto da qualche disabilità non ha infatti solo un valore morale: complice la nuova tecnologia, che può aiutarle a entrare meglio nel mondo del lavoro, significa anche non disperdere risorse e ottenere quindi numerosi benefici. Questi, in base al talento dell’assunto, includono alti tassi di produttività, forte dedizione e maggiore impegno nel lavoro. Inoltre è un ottimo modo per abbattere le barriere dell’ignoranza, creare occasioni d’incontro, scambio, conoscenza e apertura all’altro generando relazioni che da un lato aprono spazi relazionali ed esperienziali decisivi per la qualità della vita delle persone con disabilità, dall’altro incrementano il capitale sociale dei territori. Insomma, non ci vuole uno scienziato per comprendere come anche le persone con disabilità possono avere un ruolo importante nel contribuire a rendere civile la vita di tutti.

Nel mondo ci sono persone che nascono con una o più menomazioni, o le subiscono nel corso della loro vita a causa di qualche incidente o malattia, e altre che per loro fortuna non hanno nessuna disabilità. Nascere senza disabilità non dipende da noi, ma scegliere come vivere e reagire agli ostacoli certamente sì. Certo, non è facile avere una ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, essere meno autonomi nello svolgere le attività quotidiane e trovarsi quindi spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale. Ma è anche vero che ciò non è impossibile, soprattutto per coloro che con grande forza di volontà, voglia di vivere e di non arrendersi, sono riusciti a trasformare la loro disabilità nella loro forza, piuttosto che renderla debolezza. Nel nostro pianeta tante persone con disabilità hanno avuto successo e molte hanno mostrato in primis a se stessi e poi alla società, che certi pregiudizi nei loro confronti non solo siano stupidi, ma sono anche del tutto infondati.

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Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è una delle firme storiche di Multiplayer.it. Ma in diciotto anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Fa parte di Giornalisti Senza Frontiere ed è spesso impegnato in scenari di guerra come la Siria e la Libia.

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