Il valore di assumere una persona disabile

Assumere oggi un dipendente affetto da qualche disabilità sembra finalmente pian piano diventare “normalità” anche nel nostro Paese. Aprire le porte di un’azienda all’inclusione della disabilità, non ha solo un valore morale: significa anche non disperdere risorse e ottenere numerosi benefici, che includono spesso alti tassi di produttività, forte dedizione e maggiore impegno nel lavoro da parte dell’assunto. E poi creare occasioni d’incontro, scambio, conoscenza, condivisione e di una solidarietà fondata sui valori dell’apertura all’altro. Vuol dire promuovere occasioni d’inclusione sociale e di sensibilizzazione attraverso il coinvolgimento di persone che vivono un disagio, psichico sociale o fisico, spesso dotate di grande talento, in progetti concreti e di varia natura, alla pari di chi non è affetto da “limitazioni” motorie o di altra natura. Il lavoro per le persone con disabilità non è necessariamente ed esclusivamente lavoro dipendente e non si esaurisce nell’ambito del collocamento obbligatorio. Esistono buone opportunità anche per coloro che vogliono essere indipendenti anche dal punto di vista lavorativo, con una serie di servizi utili per avviare attività in proprio. Coloro che sono sordi, ciechi, paralizzati o con disabilità intellettive possono rivolgersi per esempio ad appositi programmi governativi, sia nazionali che regionali, e ottenere così borse di studio, sovvenzioni e altro ancora.

Programmi in regioni che in attuazione dell’art. 18 comma 6 – punto a) della Legge n. 104/92 hanno avviato “agevolazioni alle singole persone handicappate per recarsi al posto di lavoro e per l’avvio e lo svolgimento di attività lavorative autonome”,  aumentano le probabilità di successo e danno alle persone con disabilità un ulteriore supporto per il raggiungimento dei loro obiettivi di lavoro. Da questo punto di vista ci sono anche ulteriori opportunità previste dalla legislazione regionale a sostegno dell’auto impiego (commercio, artigianato, ecc..) per la generalità delle persone, quindi indipendentemente da eventuali disabilità. Anche per chi pratica sport e vuole magari tentare di trasformare la passione in un lavoro, le cose sono cambiate. Lo sport per i disabili è estremamente importante per lo sviluppo psico-fisico del praticante, per stare meglio con se stessi e per far comprendere che in tal senso la disabilità non è e non deve essere un limite. Ai giorni nostri l’attività sportiva è ormai molto diffusa, sono nate delle associazioni sportive che allenano tutti coloro che sono affetti da qualche deficit motorio, e delle manifestazioni dedicate, come per esempio le paraolimpiadi. Pertanto, con l’impegno, il lavoro e un pizzico di fortuna, esattamente come per chi non ha deficit di nessun tipo, è possibile diventare un atleta professionista. Niente è precluso a chi ha talento e voglia di emergere.

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Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è una delle firme storiche di Multiplayer.it. Ma in diciotto anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Fa parte di Giornalisti Senza Frontiere ed è spesso impegnato in scenari di guerra come la Siria e la Libia.

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