Lo sport per i disabili è una pratica relativamente recente, ma estremamente importante per lo sviluppo psico-fisico del praticante, per stare meglio con se stessi e per far comprendere che in tal senso la disabilità non è e non deve essere un limite: tutti possono infatti praticare dello sport. Ai giorni nostri l’attività sportiva è ormai molto diffusa tra i disabili, grazie al supporto di diverse organizzazioni governative e non, a gruppi idi volontari, alle famiglie e alla passione di tanti disabili, ispirati talvolta da atleti famosi che a dispetto dei problemi non hanno perso la voglia di vivere e di fare sport. Di pari passo con la crescita di persone con ridotte funzionalità che praticano attività sportive, sono nate delle associazioni sportive che allenano tutti coloro che sono affetti da qualche deficit motorio, e delle manifestazioni dedicate, come per esempio i Giochi Olimpici Speciali. Organizzati con cadenza biennale (ogni quattro anni l’edizione estiva e quella invernale, sfalsate di due anni) da Special Olympics Inc., un ‘associazione sportiva internazionale membro di SportAccord e riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale, consentono ad atleti disabili di tutto il mondo di cimentarsi in diverse discipline sportive come per i Giochi olimpici.
Special Olympics Inc. svolge però un ruolo se possibile ancora più importante: predispone per esempio un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per 5.169.489 ragazzi ed adulti con disabilità intellettiva, grazie anche al supporto di 1.114.697 di volontari che aiutano a realizzare ogni anno circa 103.540 grandi eventi nei 180 Paesi che adottano il programma Special Olympics. Anche in Italia, dov’è riconosciuta dal CONI come Associazione benemerita dal 2004, e dal CIP dal 2008, ogni anno organizza Giochi Nazionali e Regionali in dieci discipline sportive. Gli sport praticabili dai disabili sono tantissimi, praticamente quasi tutti quelli conosciuti. Dal nuoto all’atletica, dal basket in carrozzina all’handbike, fino all’hockey, al golf e la canoa, giusto per citarne alcune. Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta per selezionare quello più adatto ai propri gusti e alle proprie abilità “tecniche”. L’importante è scegliere quello “giusto” perché attraverso lo sport, le persone con disabilità hanno l’opportunità di divertirsi, imparare, conoscere e farsi conoscere, ma anche scoprire nuovi punti di forza tra le proprie capacità, trovare fiducia in se stessi e soddisfazione, non solo sul campo di gioco, ma soprattutto, parallelamente, nella vita. D’altronde, come diceva Nelson Mandela, “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, di ispirare, di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno. Parla ai giovani in una lingua che comprendono. Lo sport può portare speranza dove una volta c’era solo disperazione. È più potente di ogni governo nel rompere barriere razziali. Lo sport ride in faccia ad ogni tipo di discriminazione“.