Car Sharing: i numeri di un fenomeno in costante crescita

Secondo i dati presentati dall’Osservatorio nazionale sulla Sharing mobility, sono sempre di più gli italiani che scelgono la condivisione di auto, bici e moto attraverso la filosofia dello sharing.

A giugno 2019 erano 7961 le auto, 2240 gli scooter e 35.000 le bici in sharing per una mobilità che ha visto ben 33 milioni di spostamenti nel 2018.

Un’offerta sempre più importante ed ecologica, grazie all’aumento (43%) dei mezzi elettrici e all’utilizzo di veicoli mediamente meno ingombranti e più leggeri, per garantire manovrabilità e bassi consumi.

 

 

 

L’Italia tra i paesi migliori al mondo in questa corsa alla condivisione della mobilità sostenibile, anche se è al nord che questo processo si è diffuso maggiormente, complici forse le grandi aree urbane presenti in settentrione.

Sono 363 i servizi di mobilità condivisa attivi in 271 comuni, per un totale di 5,2 milioni di iscritti, ancora pochi ma ben un milione in più rispetto al 2017.

Palma di migliore offerta va a Milano, seguita da Torino. Bene Roma, con la sua flotta di auto in car sharing free floating (termine che indica l’assenza di un punto fisso di consegna e prelievo), ma che sconta la pesante assenza di un servizio di bike sharing. A Bologna sono 2 i servizi di car sharing e 1 di bike sharing a flusso libero. Solo Cagliari e Palermo al sud danno segnali positivi, e quindi i margini di miglioramento appaiono consistenti.

Ma quali sono i punti di forti di questo fenomeno? Maggiore accessibilità al trasporto, minori costi fissi per l’utilizzo di un’automobile, riduzione dei tempi di guida, facilità di parcheggio e riduzione dei tempi di possesso del veicolo, che diventa quindi utilizzabile da più persone in un lasso di tempo abbastanza ridotto.

A tutto questo si affianca anche il carsharing P2P o peer to peer, dove sono i privati a condividere l’automobile: un fenomeno che al momento vede coinvolte soltanto 17 mila persone e 1.600 auto ma che presto potrebbe diventare un trend positivo, una volta superata la comprensibile diffidenza e ritrosia a condividere la propria auto con altre persone, assumendosi comunque una responsabilità importante in virtù delle norme vigenti.

In attesa di vedere quale impatto avrà in futuro la micromobilità sul traffico cittadino, la strada per una maggiore sensibilità verso una mobilità eco sostenibile sembra tracciata. Resta nelle buone intenzioni dei cittadini la crescita di questo settore che ormai sembra aver fatto breccia nei cuori degli italiani.

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Giornalista, blogger e scrittore satirico. Esperienze a 360° nel mondo della comunicazione e continua voglia di scoprire, imparare e far sorridere i suoi lettori.

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