Totti è Roma, Totti è già nostalgia: il saluto a un’epoca che si chiude

Totti è Roma, Totti è già nostalgia: il saluto a un’epoca che si chiude

Provate a immaginare Francesco Totti al posto di Russell Crowe ne “Il Gladiatore”. Roba da fare impallidire l’attore. Perché Totti, prima di tutto, è Roma. Lo è come calciatore, con la maglia giallorossa da sempre sulle spalle. Lo è come carattere, capace di ilarità senza fine e di reazioni di pancia. Sarebbe facile ripercorrere tutta la sua carriera calcistica, ma questa è storia ancora contemporanea, che deve attendere un po’ prima di diventare ricordo. Il suo saluto ha unito tutti. Il Capitano è stata l’icona della bandiera che non lascia mai la maglia, fino all’ultimo, fino all’eccesso. Fino ai tira e molla che hanno cominciato a far storcere il naso a qualcuno. Ma lui quella Roma non la voleva proprio salutare, ancora no. Ha unito tutti, o quasi.
In mezzo agli attestati di affetto c’è chi ricorda qualche macchia nella sua carriera. Uno sputo, una dichiarazione che forse poteva restare lontano dai microfoni. Qualche dissapore con il mister, con la società. Ma Francesco è così, è uomo. Nessuno è perfetto. E questa non vuole essere una scusa per mostrare sempre la parte peggiore, ma un invito a non fare di un errore veniale un marchio di carriera. Chi non si è mai lamentato perché non si sentiva abbastanza apprezzato dal capo? O coccolato dal partner. Perché si, il rapporto di Totti con la Roma è stato un rapporto d’amore. Totti non lo ricorderò come l’emblema del calciatore perfetto. Ricorderò anche quei gesti e quelle parole fuori posto. D’altra parte, sono state perdonate macchie ben più grandi a campioni ben più acclamati. Ma il suo saluto strappa comunque lacrime. Perché accanto a qualche momento no, ci sono anni di impegno sociale lontano dal campo, anni di fedeltà alla maglia, anni di sportività con i colleghi. Del Piero e Totti che ridono insieme, in un’estate del 2006, è una delle cartoline sportive più belle che il nuovo millennio ci ha lasciato. Le lacrime che strappa il suo addio alla Roma, anche a chi non tifa Roma, sono le lacrime per un’altra era che termina. Sono lacrime già di nostalgia.

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