Sei Nazioni: What the ruck?

Sei Nazioni: What the ruck?

Dopo la partita del Sei Nazioni tra Inghilterra e Italia

Della partita di Twickenham si è già detto molto, in positivo e in negativo, con ammirazione e disprezzo. Ci sono stati attacchi forti e difese altrettanto veementi sia della tattica usata da San Conor da Limerick Martire Maestro di Tattica, sia dell’incapacità dei giocatori inglesi di adattarsi, sia infine, delle vette owenesche raggiunte da Romain Poite nei suoi dialoghi con i giocatori della rosa rossa.

Innanzitutto rimangono alcuni fatti innegabili:

  • la tattica usata dall’Italia non è né nuova né ai limiti del regolamento. Ciò che stupisce è come l’Inghilterra abbia impiegato 60 minuti a capire di dover fare pick&drive
  • nonostante aver chiuso il primo tempo sull’inaspettato risultato di 10-5, l’Italia ha perso e ha concesso ancora il punto bonus. Vincere una battaglia ma perdere la guerra non serve.
  • la tattica usata non la si potrà più usare così spesso in futuro
  • O’Shea ha dimostrato come comunicare con l’arbitro prima della partita sia fondamentale per eseguire la propria tattica
  • Eddie Jones e i suoi giocatori hanno fatto una figura da amatori durante tutta la partita
  • La prova dell’Italia a Twickenham ha zittito le voci sulla Georgia nel Sei Nazioni e ci ha fatto passare una settimana diversa dal previsto.

Premesso ciò, è innegabile che da italiano guardare i cinghiali irretire i maestri inglesi a Twickenham mi ha fatto emozionare. Da arbitro di rugby mi ha fatto sorridere sentire Poite spiegare agli inglesi i fondamenti del regolamento. Da appassionato di rugby mi ha fatto riflettere su come schemi che sembravano fermi nel tempo si siano rotti in un attimo.

O’Shea ha però avuto la sua chances, l’ha usata tutta e l’ottusità inglese gli ha permesso di sfruttarla per tre quarti di partita. Ma se i cinghiali ripeteranno la stessa tattica contro la Francia, i galletti saranno prontissimi a reagire e a bucare in mezzo, cosa che tra l’altro fecero i Brumbies quando i Chiefs per primi proposero il gioco senza ruck in Super Rugby nel 2015. Sì, due anni fa.

Il timore è che il buon tecnico di Limerick abbia dovuto far ricorso ai trucchi più rischiosi per evitare il peggio. Se l’Italia avesse giocato con una tattica normale forse avrebbe incassato nove mete come nella partita dell’Olimpico contro l’Irlanda. Passata la novità, staremo a vedere cosa avrà in serbo per un altro grande tecnico, Guy Novès, sotto assedio per i risultati che stentano a arrivare.

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Corrispondente da Melbourne - Australia. Maniaco di rugby, appassionato di ogni sport

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