Real Madrid-Napoli, ovvero: persa una battaglia, non la guerra

Real Madrid-Napoli, ovvero: persa una battaglia, non la guerra

Bocciati no, rimandati sì: è il verdetto sugli azzurri emesso da Real Madrid-Napoli. Troppo più forti gli spagnoli, almeno per la versione andata in scena al Bernabeu degli uomini di Sarri. Scesi in campo con un atteggiamento anche giusto, ma condannati dai tanti errori tecnici. E da qualche tremore, in alcuni interpreti, anche comprensibile.

Corretta la scelta di voler provare a giocare sempre il pallone senza snaturarsi. Corretta anche la formazione mandata in campo dall’allenatore toscano. Checché ne dica il presidente De Laurentiis, la cui sparata a fine partita è sembrata piuttosto gratuita. Se il Napoli non è stato brillante come al solito, è stato anche merito dell’avversario. Che si chiamava Real Madrid, non va dimenticato. Non ha pagato, tra le altre, la scelta di Zielinski che ha completamente sbagliato partita. Peccato, il polacco con le sue accelerazioni poteva risultare l’arma in più.

LE CHIAVI DEL MATCH

E dire che si era messa come meglio non avrebbe potuto. Il gol di Insigne, un autentico colpo di genio (agevolato da Navas), aveva illuso un po’ tutti su un andamento diverso. Ma il Real è risalito, da squadra di rango. L’aveva studiata bene, Zidane, che ha messo in crisi il Napoli con i cambi di gioco e con il pressing. Efficace anche perché gli azzurri non sono riusciti a girare palla con la consueta rapidità e pulizia. Dopo l’1-1 del primo tempo, la beffa per gli azzurri è stata aver subito i due gol, per errori evitabili, a inizio ripresa. Quando sembrava che la squadra fosse rientrata con altro piglio e decisa ad imprimere il suo ritmo al match.

Non un caso che le reti della vittoria siano arrivate da Kroos e Casemiro. Due uomini del fortissimo centrocampo madrileno, la zona di campo dove le differenze sono emerse palesemente. Troppa la quantità e qualità espressa dal tedesco e dal brasiliano. E da Modric, autentico dominatore della scena. Le meraviglie dell’attacco merengue, in effetti, si sono intraviste solo a sprazzi. Benzema ha realizzato un gran gol ma è stato anche poco efficace in altre occasioni. Lo stesso dicasi per Cristiano Ronaldo, che ha sciupato due chances, per lui, piuttosto facili. Ma è stato presente quando contava.

La difesa azzurra però ha sbandato troppo. Ok la qualità degli spagnoli, ma davvero troppi gli errori di piazzamento e di concetto. Solo Albiol ha retto (anche se dopo un inizio difficile), gli altri alla lunga sono naufragati. Gli azzurri devono ripartire, come detto, dalla forma mentis mostrata. E dalle palle gol create nella ripresa. Due nitidissime con Mertens, insolitamente arruffone. Più quella che ha portato all’annullamento della rete di Callejon.

Il Real Madrid non è impenetrabile. Concede, se si capisce come attaccarlo. E se si ha la lucidità di punirne gli svolazzi difensivi. Di buono, c’è che il Napoli è caduto ma non è crollato. Ribaltare l’1-3 al San Paolo sarà impresa durissima, ovvio. Ma c’è ancora partita. E’ già un risultato assolutamente non da poco. E il Real Madrid farà bene a non sottovalutare la voglia di rivalsa di Sarri e company.

Altra lezione da mandare bene a mente, è che il ko di ieri non deve spostare i giudizi sugli azzurri. Una sconfitta (onorevole) con i campioni del mondo ci sta. Al di là di un match di ritorno ancora da giocare, testa di nuovo al campionato, dove c’è un secondo posto da acciuffare. E non dimentichiamo la doppia semifinale di Coppa Italia contro la Juventus. Forse, la lezione imparata ieri tornerà utile tra due settimane allo Stadium.

DOMINIO BAYERN

Nell’altra partita della serata, il Bayern Monaco ha sostanzialmente ipotecato la qualificazione. Nel primo tempo, in realtà, all’Allianz Arena era sembrata esserci partita. Dopo il vantaggio di Robben, il pari di Sanchez dopo che Neuer aveva neutralizzato il suo calcio di rigore. Ma al ritorno in campo, l’Arsenal è sparito. Pratica chiusa in dieci minuti, quelli necessari a Lewandowski e a Thiago Alcantara (doppietta) per andare in rete tre volte. Nel finale, con i londinesi in bambola totale, è arrivato anche il 5-1 di Muller. Anche la squadra di Ancelotti, quando conta, c’è. Per la vittoria finale, bisognerà fare i conti anche con loro.

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