Sei Nazioni: Italia O’shena

Sei Nazioni: Italia O’shena
Photo Credit To SA Rugby magazine via Twitter

Prova da dimenticare dei cinghiali al Sei Nazioni

Sommersi da nove mete in casa dall’Irlanda, la questione retrocessione si fa di nuovo attuale

Se abbiamo esaltato San Conor O’Shea Patrono dell’Ovale dopo la storica vittoria di Firenze sul Sud Africa, dovremmo oggi gettargli la croce addosso? Al massimo gli aggiungiamo il titolo di Martire, che dalle immagini viste in TV ha sofferto abbastanza.

L’Irlanda, al contrario del Galles la settimana scorsa, ha approfittato di ogni debolezza dell’Italia, mettendo i cinghiali alle corde fin dai primi minuti, costringendoli a falli ripetuti sotto meta per fermarne gli attacchi.

Gli ospiti sono andati avanti di tre mete prima di vedere finalmente l’Italia nei 22 avversari, ma la meta tecnica rimediata non ha dato lo slancio per un’improbabile rimonta, anzi, è stata l’ultima segnatura dei cinghiali prima che gli avversari dilagassero.

Fanno male non solo il punto bonus incassato al 35esimo del primo tempo, il record per due triplette segnate, cosa che non accadeva da cent’anni, tra le quali quella di un sostituto, ma soprattutto le voci che ora si levano sempre più forti e legittime per l’introduzione di un play-out tra Italia e la vincente del Sei Nazioni B.

Il prossimo turno, a Twickenham rischia di essere un’altra partita da dimenticare e di diventare un ulteriore momento d’imbarazzo per l’Italia ovale.

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Corrispondente da Melbourne - Australia. Maniaco di rugby, appassionato di ogni sport

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