
L’Editoriale – La caduta degli Dèi. La Juve crolla a Genova. Prima o poi doveva capitare. Non sempre si può vincere e non sempre si può farlo senza avere un gioco fluido o la giusta fame di vittorie. E’ successo a Genova, contro un ottimo Grifone sospinto da un pubblico caloroso, da una grinta che raramente gli avevamo visto mostrare in altre circostanze e, diciamolo pure, da un arbitro Mazzoleni piuttosto confuso e confusionario, che ha fischiato praticamente contro la Juventus e non gli ha assegnato un rigore enorme. Il resto lo ha fatto, anzi, non lo ha fatto la stessa Juventus, apparsa abulica, senza idee e grinta, ma anche sfortunata negli episodi chiave, oltre che vittima di un’impressionante serie di infortuni (a proposito, la società dovrebbe iniziare a porsi qualche domanda su quelli muscolari…). Ciò che è mancato ieri, e lo abbiamo scritto non meno di dieci giorni fa, al di là delle carenze a centrocampo che denunciamo ormai da tempo, è stata proprio la cattiveria agonistica, quella ferocia che nei momenti difficili colma certe lacune e fa la differenza. E poi le idee e un gioco. Così, come avevamo purtroppo pronosticato, nel momento in cui il campioni non hanno inciso con la giocata risolutrice e la Dea bendata si è girata dall’altra parte, la Vecchia Signora è caduta. Una caduta indolore, visto che è sempre prima e che resta la squadra più forte del punto di vista qualitativo, ma anche quella più incompleta: per sistemare la mediana ci vorrà l’abilità della società, ma nel frattempo, per ritrovare grinta e gioco, ci vorrà il miglior Allegri che dovrà assolutamente riprendere in mano il bandolo della matassa, anche a costo di fare qualche esclusione eccellente non appena rientreranno alcuni degli infortunati.