
World of Final Fantasy – Recensione (PS4). Svelato un po’ a sorpresa con un trailer durante la conferenza Sony dell’E3 2015, World of Final Fantasy è stato inizialmente accolto con una certa diffidenza da pubblico e critica: vuoi per la grafica, vuoi per come si era presentato, col suo stile apparentemente simile a una sorta di gioco dei Pokémon in salsa SquarEnix, fatto sta che in tanti hanno storto il naso davanti al suo filmato promozionale. Invece, e lo diciamo subito, questo spin-off disponibile per PlayStation Vita oltre che per PlayStation 4, versione che tra l’altro recensiamo, ha saputo sorprendere tutti, e una volta arrivato nelle redazioni e sugli scaffali dei negozi, a conquistare una vasta fetta di pubblico di appassionati di jRPG. Vediamo perché.
World of Final Fantasy nasce idealmente dal presupposto da parte dell’azienda giapponese di rivolgere il suo storico marchio ai più giovani, in maniera tale da allargare il bacino di utenza e “creare” quindi le basi per una nuova generazione di fan. E per farlo Square Enix ha pensato di proporre un gameplay che unisce il concept di Pokémon con la mitologia di Final Fantasy. I protagonisti delle vicende narrate nel gioco, infatti, sono due gemelli di nome Lann e Reyne che soffrono di amnesia e che sono in possesso di uno strano potere che li conduce in un mondo chiamato Grimoire, dove cercano inizialmente di recuperare i loro ricordi, ma finiscono invece per essere coinvolti in una questione molto più seria e legata a una profezia. Il resto sta ovviamente a voi scoprirlo giocando l’avventura, che potrebbe durare anche cento ore, soprattutto considerando la presenza di quest secondarie e sottotrame legate proprio ai personaggi della saga di Final Fantasy.
Sia Lann che Reyne sono in grado di catturare, allevare e utilizzare in battaglia delle creature chiamate Mirages. Queste in realtà sono praticamente una versione rielaborata di molte delle creature dell’universo di Final Fantasy, per un totale di duecento: giusto per fare un paio di esempi, tra di loro ci sono Esseri storici come i Kyactus, i Chocobo, le Mandragore e i Behemoth, più altre inedite. Ogni area di Grimoire è infatti popolata da decine di mostri che variano a seconda se l’utente si ritrova in alcune delle location più famose di tutta la saga, riproposte nel gioco, o meno. Ad ogni modo, queste creature possono essere catturate e quindi allevate e addomesticate, per poi riutilizzarli come alleati in battaglia. In tal senso il videogiocatore può personalizzare il nome, alcuni tratti somatici e le statistiche grazie ad appositi oggetti e allenamenti.
Le battaglie riprendono i canoni classici dei giochi di ruolo alla giapponese, governate dal classico sistema a turni e dall’altrettanto tradizionale Active Time Battle. Una volta sul terreno dello scontro, i giocatori possono schierare sul campo Lann, Reyne e fino a quattro mostri, con i quali combinare le azioni per eseguire combo, atatcchi e mosse da difesa più efficaci. Molto da questo punto di vista dipende dalle dimensioni dei due protagonisti, i quali possono cambiare aspetto a piacimento da normale, col character design di Tetsuya Nomura, a super deformed o “chibi”. In questo modo, giusto per fare un esempio, se uno dei due eroi assume una forma “normale”, può portarsi in spalla una piccola Mandragora e approfittare dei suoi bonus specifici. Viceversa, assumendo una forma chibi, può eseguire delle mosse diverse, come salire in groppa a un Behemoth o volare cavalcando un Leviathan. Ci sono perfino dei Mirages speciali che si possono addirittura evocare al posto di uno dei gemelli in base al numero di Punti Azione a disposizione dell’utente, terminati i quali il mostro va via lasciando di nuovo spazio al personaggio sostituito. Per quanto riguarda la parte tecnologica, c’è poco da dire: graficamente il titolo è davvero ben fatto i relazione allo stile grafico adottato: i personaggi sono ben disegnati, gli scenari sono variegati ei dettagliati quanto basta e in generale l’impatto visivo è ottimo. Allo stesso modo piace la parte audio, dove si segnala in particolare la colonna sonora che ripropone brani classici della saga di Final fantasy e altri inediti, ma comunque avvincenti.
World of Final Fantasy è un ottimo gioco di ruolo alla giapponese, un titolo capace di sorprendere in positivo grazie a un gameplay dotato di una discreta profondità che mescola con dovizia un sistema di combattimenti a turni, strategia e “simulazione”, pur mantenendo una certa leggerezza di fondo in altri aspetti dell’avventura. Una lieta sorpresa che farà felici tutti gli appassionati di genere e di Square Enix.