
Napoli Lazio – L’editoriale
Una sfida che chiedeva conferme su ambo i fronti, una partita che prometteva spettacolo, un po’ per il calcio propositivo di Sarri, un po’ per quel tridente laziale che garantisce una qualità assoluta. Il Napoli non riesce a sfondare il muro laziale, complice un super Marchetti in versione monstre che ricaccia in gola l’urlo del gol almeno tre volte durante i novanta minuti.
Sfortunatamente per lui, una volta la palla deve raccoglierla nella sua rete. Il sinistro di Hamisk è di precisione chirurgica e lì non si può far molto. Ma non c’è nemmeno il tempo di recriminare perchè Keita punta Chiriches e tira in porta dopo nemmeno un minuto. Reina però fa l’opposto di quello che sta facendo Marchetti e combina un pasticcio. Un tiro con poche pretese, quello di Ketia, sul palo più vicino che il portiere spagnolo si fa sfuggire dalle mani. Il pareggio arriva e fino alla fine, quel risultato non cambierà. Napoli Lazio finisce 1 a 1. Un risultato che lascia amarezza da un lato ed esalta dall’altro. Il San Paolo è da sempre un campo difficile per tutti e per la Lazio questo punto è d’oro. Soprattutto per la classifica.
La Lazio rimane salda in zona Europa con il suo settimo risultato utile consecutivo. Il Napoli, invece, si vede scavalcare addirittura dall’Atalanta, scivolando al sesto posto. L’infortunio di Milik forse ha fatto più danni del previsto.
Napoli Lazio – La cura Inzaghi
Il Derby, a Roma, è la partita per eccellenza, quella con la P maiuscola. Probabilmente è uno dei più sentiti a livello mondiale e non sempre le sconfitte portano buone nuove. Di fatti, il 3 aprile, dopo un sonoro 1 a 4 inferto dalla Roma, Pioli viene esonerato.
La stagione era partita molto male. Eliminata dal Bayer Leverkusen nei preliminari per la Champion, sconfitta in Supercoppa Italiana per mano della Juventus ed un campionato al di sotto delle aspettative. Pioli inizia a perdere fiducia poco a poco, fino a quel 3 aprile. Non appena ci fu il triplice fischio, Pioli fu esonerato. Al suo posto un traghettatore, preso dalla primavera: Simone Inzaghi. Con le giovanili ha fatto molto bene, portando a casa ben due coppe Italia ed una Supercoppa Italia. Buon palmares per un traghettatore.
L’esordio è subito fortunato. 0-3 al Barbera con il Palermo.Con 12 punti conquistati in 7 partite, Inzaghi sfiora solamente l’accesso ai preliminari di Europa League, chiudendo all’ottavo posto.
Come tutti i traghettatori, la sua esperienza era destinata alla conclusione. Al suo posto Marcelo “El Loco” Bielsa. Ma per tutta l’estate, il tira e molla finisce con Bielsa che rifiuta la panchina laziale. Anzi no, dà le dimissioni anzitempo senza aver presidiato nemmeno ad un allenamento. Una vicenda che ha del paradossale per la dirigenza biancazzurra che a questo punto, richiama Inzaghi sulla panchina. E ad oggi, la scelta si è rivelata davvero azzeccata.
Sei vittorie, quattro pareggi e due sole sconfitte (come Juventus e Roma). Un filotto di risultati utili consecutivi che va avanti dalla sesta giornata, nella quale fu sconfitta dal Milan. Da lì in poi vittorie e bel gioco. Ma soprattutto equilibrio e quadratura difensiva. Il recupero di De Vrij è stato fondamentale ma anche i nuovi Bastos e Wallace stanno dimostrando di saperci fare là dietro.
Inzaghi ha idee ben chiare, basate sull’equilibrio. Ha dimostrato di essere capace di interpretare partite difficili e già Lazio – Juventus è stata una sorta di campanello d’allarme. Una prestazione solida, attenta, rovinata da un rimpallo fortunoso. Magari troppo difensivista. Ma il bel gioco è sempre subordinato al risultato ed all’avversario.
Con il Napoli, invece, ha saputo soffrire, per poi sapientemente colpire. E se Immobile fosse stato un po’ meno sfortunato, ad inizio ripresa, probabilmente parleremo di tutt’altra partita.
E l’equilibrio possiamo trovarlo anche nelle dichiarazioni del post partita Napoli Lazio: «Sono passate soltanto dodici partite, meglio aspettare la fine del girone d’andata per esprimere una valutazione più precisa. Intanto stiamo dimostrando di essere un gruppo solido e determinato, dove tutti lavorano con impegno e dove tutti hanno la loro possibilità».
Intanto però, la Lazio si gode la classifica.
Napoli Lazio – Il tridente delle meraviglie
Una menzione speciale va sicuramente al tridente che dà gol e spettacolo. L’addio di Klose di questa estate, indimenticato eroe del suo primo derby, ha lasciato un vuoto là davanti. Keita vuole andarsene e Felipe Anderson non sembra più quello che trascinò la Lazio al terzo posto. La politica societaria però è chiara a tutti. Pochi investimenti sperando nella sorpresa e nel recupero di forma dei già presenti.
Keita chiarisce con la società, Anderson riesce a gestire meglio la sua fantasia (chi meglio di un ex attaccante come Simone Inzaghi poteva consigliargli?). L’ariete scelto invece è Ciro Immobile. Due anni deludenti per l’ex capocannoniere del Torino. Dortmund prima e Siviglia poi, l’attaccante di Torre Annunziata non riesce a ripetersi e fatica tantissimo.
La Lazio decide di puntarci forte e fa bene. L’inizio è esaltante ed i gol arrivano, insieme ad una partecipazione per la manovra d’attacco e di difesa. Un centravanti moderno che in queste prime dodici partite mette a segno ben nove gol. Due più di Higuain, uno meno della coppia Icardi-Dzeko che si trovano al primo posto della classifica marcatori.
Ma lui non ci pensa. Lui più gioca spensierato e più gioca bene. E segna, tanto. Gol che risultano essere tutti decisivi fino a questo momento e che portano la Lazio a sognare, soprattutto dopo questa Napoli Lazio che tante soddisfazioni ha tolto ai tifosi ed ai giocatori.