Battlefield 1 – Recensione (Xbox One)

Battlefield 1 – Recensione (Xbox One)

Battlefield 1 – Recensione (Xbox One). La serie Battlefield vanta una lunga storia e molto si potrebbe scrivere delle vicende che la riguardano. Negli anni, il team di sviluppo alle sue spalle, lo svedese DICE, è diventato sempre più apprezzato dagli addetti ai lavori. Di pari passo la saga è cresciuta di conseguenza, confermandosi agli occhi degli appassionati di genere come sinonimo di sparatutto online con ambientazione militare di qualità, conquistandosi, specie negli ultimi anni, un posto speciale nei loro cuori. Battlefield 1 è probabilmente il progetto più ambizioso di DICE, non solo da un punto di vista tecnologico ma anche contenutistico, vista l’inclusione di una campagna elaborata dal punto di vista narrativo, nuove feature e di un comparto multigiocatore forse mai così completo. Battlefield 1 propone una campagna singolo giocatore più lunga del normale, almeno rispetto alla tradizione della serie. Ma in generale non eccessivamente longeva. Di certo offre una storia molto curata e credibile, a prescindere dal contesto storico reale. La trama è ricercata e costruita in maniera tale da coinvolgere il giocatore e di renderlo partecipe a fatti accaduti per davvero come se fosse lì, in quell’epoca passata e sul campo di battaglia, a combattere, soffrire e morire con altre migliaia di giovani e meno giovani strappati dalle loro vite per andare a combattere. Non vogliamo aggiungere altro per non rovinarvi la sorpresa, ma credeteci sulla parola se vi diciamo che quella della campagna single player di Battlefield 1 è una delle migliori esperienze che si possano fare n questo genere di giochi.

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Nonostante l’ottima campagna in singolo, fulcro dell’esperienza di Battlefield 1 come da tradizione resta il comparto multigiocatore online. Qui ci troviamo di fronte a un’esperienza a dir poco epica: nella modalità Operazioni si hanno varie opzioni per i combattimenti, da quelle rapide come nel caso dei deathmatch a squadre, a quelle in larga scala fino a 64 giocatori (o 40) dove la sensazione è davvero quella di essere in guerra, visto che in un certo senso la sessione riprende idealmente la campagna single player. Nei panni di uno dei tanti soldati in trincea costretti ad avanzare nonostante colpi di mortaio, carri armati e proiettili che volano da ogni direzione, o a difendere la propria postazione anche a costo di morire in un violento corpo a corpo. La dinamica dell’attaccare e del difendere la ritroviamo nelle modalità conquista, corroborata da una buona componente strategica che ha un suo riscontro sul campo di battaglia.

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Diverse tipologie di classi per i soldati, la varietà dei mezzi a disposizione, la conformità del terreno (le mappe sono varie e offrono scenari di ogni tipo, da quelli di montagna ad altri ambientati in foreste, deserti e così via) e perfino le condizioni climatiche variabili sono elementi che hanno un loro peso determinante sull’andamento di una battaglia. La pioggia, ma soprattutto la nebbia, diventano quindi elementi grafici che influiscono sul gameplay in maniera sostanziale e, ancora una volta, “immersiva”, modificando realmente le condizioni in cui si combatte. Dicevamo delle classi, poco fa: queste sono quattro (Assalto, Medico, Scout e Supporto), e ciascuna di loro  è personalizzabile, nelle armi e nei gadget, ampliabili tramite le classi “Elite” che si comportano in maniera simile agli eroi di Battlefront. La resistenza ai colpi aumenta così come cresce la potenza di fuoco: i danni che si possono fare indossando questi kit sono ingenti.

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Battlefield 1 offre un comparto tecnico al passo con i tempi, con una grafica che sfiora il fotorealismo sia negli scenari, ben ricreati sotto ogni punto di vista, perfino degli effetti di luce, nebbia e particellari in generale, che nei personaggi. Questi ultimi oltre che da texture parecchio dettagliate vantano animazioni realistiche nei movimenti ma anche nella risposta ai proiettili a seconda della parte del corpo colpita, a patto di chiudere un occhio su qualche bug nella fisica delle esplosioni. Funziona bene poi l’engine che gestisce la fisica, tant’è che per esempio gli edifici e gli elementi dello scenario possono essere distrutti. In questo modo il giocatore è costretto a stare attento e a dover temere, come del resto nella realtà, anche il crollo di un tetto sulla sua testa oltre al fuoco nemico. Per quanto riguarda la parte audio, la colonna sonora è a dir poco epica e si adatta bene alle varie situazioni, così come  anche gli effetti si attestano su un livello superiore alla media: ogni arma, ogni veicolo, qualsiasi cosa sullo schermo ha il suono della rispettiva controparte reale,  campionati dai tecnici di DICE dal vero e riprodotti in ogni minimo particolare.

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Battlefield 1 è un ottimo gioco, coinvolgente come pochi e divertente al punto da far passare in secondo piano i suoi piccoli difetti. Grazie a una trama avvincente e piuttosto fedele ai fatti storici, a una grafica da film e a un comparto online completo e ricco di sfaccettature, il titolo di DICE è certamente uno dei migliori prodotti mai realizzati per il genere, quindi imperdibile per gli appassionati di sparatutto avventurosi di guerra.

 

Un ringraziamento a EA per averci fornito la copia per la recensione.

About The Author

Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è una delle firme storiche di Multiplayer.it. Ma in diciotto anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Fa parte di Giornalisti Senza Frontiere ed è spesso impegnato in scenari di guerra come la Siria e la Libia.

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