
ANALISI FIORENTINA CROTONE
Dopo il buon esordio allo Scida contro il Napoli domenica scorsa, il Crotone strappa inaspettatamente un importante pareggio al Franchi, sfiorando addirittura la prima storica vittoria nel massimo campionato italiano. Gli uomini di Davide Nicola sembrano non volersi accontentare del ruolo di comparsa o semplice ‘squadra materasso’, nelle ultime due gare infatti, nonostante i lampanti limiti tecnico-tattici, sono riusciti a tirare fuori quei famosi attributi, cuore, corsa e grinta, necessari per chiunque voglia provare a salvarsi. L’ottima prova di Rohden e Capezzi a centrocampo, la buona vena di Falcinelli, la costante spinta di Rosi sulla destra e le strepitose parate di Cordaz hanno coronato una serata da ricordare, lasciando un briciolo di speranza in più in vista delle prossime uscite.
I Pitagorici, non avendo la qualità e l’esperienza adeguate per affrontare la massima serie, saranno di qui in avanti costretti a vere e proprie battaglie all’ultimo respiro per strappare importanti punti salvezza, specie contro le formazioni più attrezzate. Il Napoli non veniva da un ottimo momento, domenica ha sofferto e non poco per portare a casa i tre punti, considerata anche l’ingenua espulsione di Gabbiadini. La Fiorentina però, nonostante il fattore campo e la convincente precedente vittoria contro il Cagliari, è andata molto più in difficoltà dei partenopei.
Al Franchi sono stati evidenziati i soliti limiti dei Viola: l’incertezza del modulo tattico e la scarsa fluidità di gioco. Una manovra lenta, prevedibile, scolastica, che molto difficilmente può riuscire a scardinare difese chiuse e piazzate come quella calabrese. Il maltempo ci ha messo del suo indubbiamente, ma ai gigliati da troppo tempo manca la fantasia, la voglia di inventare la giocata, e ci è voluto il tap-in di Astori ad evitare che la squadra rimanesse impantanata. Vecino ed Ilicic stanno crescendo di condizione e si vede, Tello è una continua minaccia sulla destra, ma ieri sarebbe servito Borja Valero per dare ritmo ad una circolazione troppo poco intensa. Tatarusanu, si sa, ogni tanto è avvezzo a qualche pasticcio, anche se Rodriguez in quell’occasione avrebbe potuto essere più reattivo, Bernardeschi è tornato a brancolare nel buio dopo i lampi in Sardegna, così come Babacar, forse troppo isolato, ed un Kalinic sempre intermittente in zona gol.