
ANALISI NAPOLI EMPOLI
Come domenica, più di domenica. Serviva vincere e si è vinto. I 6 punti in tre giorni erano quello che ci voleva per riallacciare, almeno idealmente, un filo che si era interrotto in maniera troppo brusca. Perché la vittoria con l’Empoli tiene il Napoli in linea di galleggiamento in classifica. E visti i recenti problemi, il terzo posto a -4 dalla Juventus e a -2 dalla Roma è quasi grasso che cola.
Già, i problemi della squadra di Sarri. Che sono tutt’altro che risolti, ma è chiaramente visibile una ripresa. Non ingannino dati come il 62% di possesso palla e i 35 tiri totali verso la porta empolese. La manovra è stata a lungo macchinosa e delle conclusioni effettuate un terzo abbondante (12) è stato respinto dai difensori. Si vede che la squadra patisce l’assenza di un riferimento offensivo degno di questo nome per sviluppare al meglio il proprio gioco. Ma Mertens sta facendo del suo meglio. Non è un centravanti, e non è neanche un discorso di attitudine ma di semplice media realizzativa. Per realizzare un gol, ieri sera ha dovuto calciare verso la porta ben 11 volte. Gli stessi 11 tiri, però, ci dicono di un giocatore che si danna l’anima, ancor di più se pensiamo ai 4 passaggi chiave.
Quanto a capacità di crearsi occasioni, il Napoli l’ha comunque conservata intatta. Merito delle doti dei giocatori d’attacco. Il solito contributo di Callejon non è mancato (6 tiri e 3 passaggi chiave). Buono, a ben vedere, anche quello di Insigne. Che è stato impreciso in zona tiro e magari si è a volte incaponito nell’azione personale. Ma numerose palle gol azzurre portano la sua firma, come provano i ben 6 key passes.
Una delle problematiche attuali, semmai, è la difficoltà nella gestione del ritmo della partita. Appena lo ha alzato, contro l’Empoli, ha rischiato letteralmente di esondare. Ma ci è riuscito solo a sprazzi, e, quando è calato nella ripresa, ha concesso troppo campo. A fare fatica è perlopiù il centrocampo. Ieri in ripresa Jorginho, ma poco coinvolto rispetto agli standard (66 palloni toccati, sesto di squadra) e apparso ancora col freno a mano tirato. Si è fatto carico spesso della prima impostazione Zielinski (91 palloni toccati), ma non è quello il suo ruolo. Oltre a perdere la possibilità di inserirsi in progressione, non ha la sensibilità giusta. 4 palle perse non sono giunte per caso. Tutta un’altra musica con l’ingresso di Hamsik che in venti minuti scarsi ha praticamente eguagliato le stats offensive del compagno.
E’ andata decisamente meglio del solito in difesa, dove dopo cinque partite la porta è rimasta inviolata. Certo, a lungo l’Empoli ha combinato davvero poco ed è comunque il peggior attacco d’Europa. Il reparto è sembrato però più compatto e meno pasticcione nell’impostazione dal basso. Notevole, in tal senso, il 100% di passaggi riusciti di Chiriches. Ma c’è ancora da lavorare. A Torino servirà una squadra in grado di garantire intensità per tutti i 90 minuti, traguardo che al momento pare ancora lontano. Se non altro, le ultime due vittorie possono dare la tranquillità giusta di andarsela a giocare allo Stadium senza troppe remore.