
L’EDITORIALE TUTTOMILAN – Risveglio amaro quello per i rossoneri, che questo mercoledì mattina speravano di aver solo immaginato la brutta sconfitta subita ieri sera al Ferraris contro il Genoa.
La disfatta di ieri sera, che ha visto il Milan andare sotto per 3 a 0, ha senza dubbio spaccato la tifoseria, dando spazio alle più fantasiose interpretazioni, più o meno plausibili, che imputano la sconfitta ad attori ed elementi sempre diversi. Tra la marea di motivi che si possono addurre per motivare la mancata vittoria in casa del Genoa si possono elencare scelte tecniche di possibile dubbio gusto, turnover ricaduto su giocatori insostituibili, mancanza di grinta ed incisività, giocatori inesperti fuori ruolo, il tutto condito da un’ampia gamma di errori individuali, a partire dal passaggio impreciso che dà luogo al contropiede fino all’entrata scomposta di Paletta, che ha lasciato in 10 uomini un Milan già sofferente e sotto di una rete.
Ma la verità è che la giustificazione scientifica di una sconfitta non esiste, e le elucubrazioni mentali di giocatori, dirigenti, tifosi, appassionati e opinionisti rimangono il più delle volte teorie fini a se stesse, critiche più o meno accorate che lasciano il tempo che trovano –in questo caso un piovoso mercoledì di ottobre, in piena sintonia con lo spirito dei rossoneri-.
Il calcio non è una scienza esatta, e non esistono formule matematiche che possano dare la certezza che se il dato fatto non fosse accaduto le sorti della partita sarebbero state completamente opposte, o diverse quel tanto che basta ad accontentare gli spiriti inquieti di tutti coloro che non riescono ad accettare l’imprevedibilità di uno sport in cui le probabilità statistiche esistono, ma possono essere smentite da un momento all’altro.
Degne di onore, in questo senso, sono le parole di mister Montella, che al termine del match ha esposto la sua interpretazione della partita, intrisa di umiltà e di giusto spirito conciliante: “Siamo sereni, è un incidente di percorso, talvolta si cresce di più nelle sconfitte. […] Continua il nostro processo di crescita, i giocatori devono essere fieri di ciò che hanno fatto nel secondo tempo, mettendo in campo ogni goccia di sudore”.
Il calcio non è una scienza esatta, e proprio per questo motivo fa bene imparare dagli errori e dalle sconfitte (e Paletta avrà a disposizione più tempo dei suoi compagni per capire cosa è andato storto in quel maledetto 56^ minuto), ma ancora più importante è contestualizzare ogni partita come storia a sè all’interno di un lungo percorso, in cui è fondamentale attribuire il giusto peso alle sconfitte e alle vittorie, senza scomodare giocatori e vertici della società al minimo cenno di insicurezza.
In conclusione, sono più che appropriati gli applausi del Ferraris alla squadra di casa, che ha saputo condurre una gara di tutto rispetto, sfruttando ogni parvenza di punto debole esposto dalla squadra di Montella. Mentre ai rossoneri non resta che investire il doppio dell’impegno messo a frutto fin’ora per non perdere il buon posto in classifica conquistato fino a questo momento. Sperando che domenica prossima, a San Siro, contro i delfini del Pescara, il leone torni a ruggire.