
Il Genoa piega il Milan 3 a 0. Una partita in cui va tutto per il verso giusto, ed è un peccato che si guardi alla sconfitta di un Milan lanciato dopo la vittoria sulla Juventus, piuttosto che soffermarsi sulle prove sontuose del Genoa. La squadra di Juric è icastica, impartisce il proprio gioco basato sull’equilibrio: questo avviene da 9 partite, rollino che ha sancito la difesa del Genoa come la miglioredel campionato dopo quella della Juventus.
Non siamo qui per giudicare i presunti errori arbitrali pro o contro il Grifone, occorre però registrare la mole importante di cartellini che si è addossata sulla squadra, minando le presenze degli eventuali titolari e costretto il tecnico a riccorrere agli uomini della panchina. Usiamo l’aggettivo “eventuale” perché, come abbiamo riportato nell’articolo precedente, sono stati talmente svariati gli uomini che hanno fatto parte dell’undici titolare da doverli definire “panchinari di lusso “.
Proprio uno degli uomini che abbiamo citato nell’editoriale post derby, adesso emergente e chiamato in causa a non far rimpiangere l’assenza di Ocampos,è stato assoluto primo attore nella partita di ieri: stiamo parlando di Nikola Ninkovic. Siamo stati fatalisti o premonitori? Fatto sta che non ha smentito le aspettative: il gioiello ex Chievo, cresciuto nel Partizan Belgrado, adesso può ritagliarsi il suo spazio. Sembra aver trovato la sua dimensione col Genoa, spinto dalla carica del mister e dal gioco che evidentamente esalta le qualità del calciatore. Ieri non ci ha pensato due volte: sul cross di Rincon, ha anticipato persino Laxalt con una prontezza e una tenacia senza eguali, infliggendo Donnarumma. E come vola, Nicola Ninkovic sulla fascia, pronto anche da calcio da fermo. Altra scoperta della famiglia Preziosi? Staremo a vedere.
L’altra nota positiva è il ritorno del redivivo Pavoletti, finalmente ristabilito, prende il Genoa per mano e lo fa scatenare. Kucka nel tentativo di anticiparlo realizza un autogol. Sempre pavoletti, successivamente, raccoglie il primo pallone utile, ingaggia un uno contro uno e batte Donnarumma. Partita chiusa. Epilogo bellissimo alla partita di ieri: vero romanzo d’amore, a tratti racconto epico di condottieri mitologici. Tutti bravi: da Rincon a Munoz – per lui partita esemplare -, fino ad Edenilson e Rigoni.
Milan deludente. La squadra di Montella è parsa tediata, reduce dall’impresa di San Siro contro la Juve, dove il dispendio di energie non è stato indifferente. Certo, non guardiamo solo alla prova deludente del Milan, come abbiamo esordito: sarà che contro la roccaforte Genoa è proprio difficile trovare il bando della matassa e dipanarlo per tessere la tela della vittoria.
Montella lancia Poli terzino, ma gli esterni del Genoa sono troppo in partita per un giocatore adattato sulla fascia. Honda non sfrutta l’occasione della titolarità. Infine, Paletta si lancia in un intervento ai limiti della ferocia, punito con un cartellino rosso. Locatelli in mezzo al campo fa quel che può, ma a centrocampo se non fosse stato per qualche illuminazione di Bonaventura prima e di Suso poi, avremmo visto una partita funerea del Milan, più di quella che il tabellino ci racconta.
Prossimo turno ostico per il Genoa, atteso allo stato Atleti Azzurri d’Italia dall’Atalanta. Cercherà il riscatto, invece, il Milan di Montella, contro il Pescara di Massimo Oddo.