
ANALISI NAPOLI-BESIKTAS
Un film purtroppo già visto nelle ultime partite. Napoli che inizia bene, fa la sua gara, crea gioco ed occasioni, ma va sotto sostanzialmente alla prima distrazione. E progressivamente si sfalda, perdendo distanze sul campo e certezze. Come con l’Atalanta, così con la Roma e anche contro il Besiktas. Sarri ha parlato di squadra sulla via della guarigione affermando di essere ottimista. Se dal punto di vista della produzione offensiva si può essere d’accordo, è il bilanciamento complessivo della squadra a lasciare perplessi. Ancor più che nelle sconfitte precedenti. Il reiterarsi degli stessi errori non può che essere considerato un aggravante. E non possono certo bastare le assenze di Albiol e Milik a spiegare tutto.
E’ vero che la mancanza della costruzione dal basso, e più in generale della guida spirituale dello spagnolo, si fanno sentire. Ma gli azzurri ieri davano la sensazione di poter subire gol a ogni ripartenza avversaria, a causa delle defaillances dei singoli e di reparto. E’ mancato, come con la Roma, il filtro del centrocampo: solo 4 palle intercettate in tutto da Zielinski, Hamsik e Jorginho.
L’italobrasiliano in particolare è un caso. Il problema non è più nemmeno la marcatura cui è sottoposto, che a dire il vero, come già con i giallorossi, ieri non è stata particolarmente feroce. Senza girarci attorno: parliamo di un giocatore attualmente fuori fase. Con lui, il Napoli gioca praticamente in 10. Il retropassaggio sbagliato che ha originato l’1-2 non è nemmeno rimasto un caso isolato. Sarri dovrebbe valutare l’idea di tenerlo a riposo, anche perché le alternative ci sono. Diawara è entrato con buon piglio, e Rog è calciatore di livello internazionale.
Altra difficoltà palesata dai partenopei è stata quella riguardante i raddoppi sulle fasce, ieri totalmente mancati. Sia da parte di Callejon che di Insigne, che non a caso hanno totalizzato, in due, soltanto 5 eventi difensivi. Ne ha beneficiato in particolare Quaresma, che oltre ai due assist ha creato altre due occasioni potenziali per i suoi. Problematica probabilmente ascrivibile all’utilizzo del “falso nueve”. Mertens si è ben destreggiato, al netto di diversi errori sottoporta. Ma aveva bisogno sia della vicinanza, a turno, di almeno uno dei due, che di scambiare posizione con loro di tanto in tanto. Da qui, le mancate coperture preventive. Il che ci fa ritenere che, così congegnato, il tridente leggero non sia sostenibile al momento.
Capitolo Insigne. Il folletto di Frattamaggiore sta diventando un altro caso. Ma il problema, qui, è più che altro mentale. Il primo tempo del numero 24, al di là delle carenze in copertura, era stato tutt’altro che da buttare. Prova ne siano le due palle gol regalate a Mertens e cestinate dal belga. Il rigore malamente sbagliato purtroppo pesa eccome nella valutazione. Impegno e contributo alla causa, però, non si discutono. Un giocatore che va recuperato assolutamente prima di infilarsi in un loop senza uscita.
I NUMERI
Per spiegare la disfatta del Napoli, aiutiamoci con qualche dato esemplificativo. Il Besiktas è stato abile a sfruttare anche una squadra sfilacciata e poco cattiva. Come provano i ben 11 dribbling riusciti, a fronte dei soli 3 per il Napoli. Si è detto del cinismo dei turchi, e le statistiche ne danno conferma. 17 tiri, di cui 8 nello specchio della porta, per il Napoli, e due gol. 3 tiri nello specchio della porta, 3 reti per gli ospiti. Qui veniamo a un altro problema per Sarri: Pepe Reina. Il portiere ha fatto mea culpa alla fine, ma le sue topiche stanno diventando troppe. C’è bisogno di un portiere che pari anche, oltre a dirigere la difesa (male, ultimamente, sembra) e ad avviare l’azione con i piedi.
In sostanza, c’è tanto da lavorare per gli azzurri. C’è da ritrovare una certa serenità mentale, ma anche l’efficacia negli automatismi. E’ in discussione soprattutto quella, non la qualità del gioco degli azzurri. Ma come ha ben spiegato Allegri, è un dettaglio abbastanza rilevante in un gioco in cui chi segna di più vince.