Palermo-Napoli amarcord: quando Cavani fece esplodere il ‘Barbera’ (da avversario)

Palermo-Napoli amarcord: quando Cavani fece esplodere il ‘Barbera’ (da avversario)

La partita di Palermo non è mai stata semplice per il Napoli. E questo, nonostante il bilancio degli ultimi scontri diretti con i rosanero sia chiaramente a favore dei partenopei: 6 vittorie, un pareggio e una sconfitta (3-1 nel giorno di San Valentino del 2015) nelle ultime 8 partite tra casa e trasferta.

Sono 34, invece, i precedenti al ‘Barbera’, con 13 vittorie dei padroni di casa, 14 pareggi e 7 vittorie azzurre, l’ultima delle quali griffata dal rigore di Higuain nello 0-1 lo scorso 13 marzo. Un dato dal quale si evince come l’impianto siciliano non sia propriamente terra di conquista. Tanto più che dal ritorno in Serie A del 2007/2008, il Napoli ha impiegato ben cinque stagioni per sfatare un tabù che resisteva da oltre cinquant’anni.

E’ l’8 gennaio del 2012, posticipo serale della diciassettesima giornata, la prima dopo la sosta natalizia. In Sicilia arrivano gli azzurri di Walter Mazzarri e, soprattutto, del grande ex Edinson Cavani, uno che a Palermo ha lasciato un pezzo del suo cuore. La partita è bellissima: partono fortissimo i padroni di casa che, trascinati da un Miccoli particolarmente ispirato, vanno vicini al vantaggio per almeno tre volte nella prima mezz’ora. Ma, come spesso, accade, alla prima vera occasione, il Napoli punisce, nel più classico dei contropiedi mazzarriani: Cavani lancia in campo aperto Gargano, fuga solitaria sul lato destro e como assist per Pandev che, a centro area, si gira e fulmina Benussi.

Ma per vincere le resistenze di un Palermo tignoso serve il colpo del campione. Che arriva, puntuale, dieci minuti dopo l’inizio del secondo tempo. Ancora un altro contropiede, stavolta sviluppato per vie centrali: Hamsik che taglia il campo per vie centrali e serve Cavani defilato sul vertice sinistro dell’area di rigore. Tutto si svolge nella frazione di un secondo: controllo, tocco d’esterno a preparasi la conclusione, destro a giro potente e preciso che va a morire poco sotto l’incrocio del palo lungo.

Ma quel che accade subito dopo è forse ancora più bello. Dopo un comprensibile attimo di stordimento, tutto il ‘Barbera’ in rosanero si alza e applaude. Come quella volta di qualche anno prima quando il ‘Matador’ si rivelò al mondo così:

Il resto della partita passa quasi in secondo piano. Arriveranno il 3-0 di Hamsik e la rete della bandiera di Miccoli. Ma quel che c’era da vedere era già stato visto, anzi ammirato. Come si conviene a un giocatore trasversale come il Cavni che, per anni, ha fatto sognare due tifoserie del sud. Unendole sotto la bandiera del gol.

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Laureato in Giurisprudenza e giornalista professionista, da piccolo sognavo di diventare calciatore, giocatore di basket, pilota di Formula 1. Scrivere di tutte queste cose mi ha permesso in qualche modo di realizzare quei sogni.

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