
Gli ultimi due match dei Los Angeles Clippers hanno visto mettere in atto contro DeAndre Jordan, non propriamente il migliore ai liberi, per usare un eufemismo, il cosiddetto Hack-a-Shaq.
L’hack-a-Shaq, o più precisamente hack-a-Jordan nel nostro caso, è una strategia di gioco sfruttata dai coach per provare a sfruttare le debolezze in lunetta di un avversario. In particolare, nelle ultime due uscite di DeAndre e dei suoi Clips contro Minnesota e Portland, i due allenatori Sam Mitchell e Terry Stotts hanno adottato questa tattica per provare a recuperare lo svantaggio. Possesso dei losangelini? Fallo sistematico lontano dalla palla su DeAndre Jordan e due liberi. Insomma, la fase offensiva dei Clippers, che perdono ritmo in attacco, viene totalmente annullata e il #6 deve fronteggiare il suo più grande nemico. Dalla lunetta, DeAndre tira con il 41% in carriera e con il 38% in questa stagione. Ma i falli intenzionali su Jordan, sollevano davvero le sorti degli avversari?
Per la gran parte, la risposta è no: contro i Timberwolves, DeAndre ha tirato 3/12 (25%) e i Clippers hanno portato a casa la vittoria; stesso risultato contro i Trail Blazers, in lunetta 12/34 (35%) e vittoria per Jordan e compagni (oltre al record all-time di liberi sbagliati in una partita, 22). Facendo un passo indietro, DeAndre tirò 34 liberi (segnandone 14, ossia il 41%) anche in occasione di gara-4 dei playoff 2015 contro gli Houston Rockets, vinta 95-128 dai Clippers.
Nel finale della scorsa stagione, lo stesso Shaquille O’Neal, prima storica vittima di questo hack-a-Shaq, in diretta su NBAonTNT diede la propria opinione dopo che Gregg Popovich disse che l’ “hack-a-Jordan è una strategia come un’altra e può essere utilizzata“. Shaq replicò affermando che “il Gioco si chiama basket-ball, non basket-strategia” spronando i coach a giocarsi la partita da veri uomini. Accanto a lui, interrogato se fosse necessario apportare modifiche al regolamento, Charles Barkley rispose che non avrebbe senso modificarlo solo perché ci sono giocatori, come DeAndre Jordan, che hanno difficoltà a segnare i tiri liberi.