Aria di crisi in casa HRC, colpa della moto?
Photo Credit To Honda Racing Corporation

Aria di crisi in casa HRC, colpa della moto?

Dopo questa prima parte del 2015 non certo esaltante, è ora di fare un po’ di bilanci in casa HRC, già penalizzata dalla lunga assenza di Pedrosa. Nella ultime gare si è parlato di una moto “ballerina” come piace a Marquez, ma molto più aggressiva sulle gomme rispetto al passato.

A testimoniarlo sono entrambi i piloti:

«La mia RC213V era competitiva all’inizio, ma dopo 7-8 giri, con il calo della gomma posteriore, sono stato costretto a guidare solo sull’anteriore, prendendo grandi rischi: facendo così, ci può stare un errore in 18 giri. Facciamo troppa fatica a frenare la moto, scivola troppo, carichiamo eccessivamente il davanti: sappiamo perfettamente che è un problema che occorre tempo per essere risolto, non lo puoi eliminare da un GP all’altro. Io credo che la causa principale sia il carattere del motore: nel 2014 il nostro punto forte era riuscire a sfruttare le gomme fino alla fine, adesso sembra essere il nostro punto debole»

Queste le parole di Marc Marquez subito dopo la gara del Mugello, le palesi difficoltà si sono notate anche nella caduta, con lo spagnolo praticamente “aggrappato” alla sua Honda nel tentativo disperato di tenerla in pista.

E quando ad avvalorare la tesi si aggiunge anche un pilota da sempre pulitissimo nella guida e per nulla aggressivo sulle coperture, come Dani Pedrosa, allora il campanello d’allarme sta davvero per accendersi. L’analisi di “Camomillo” è davvero impietosa:

«Yamaha e Ducati riescono a essere veloci fino alla fine, mentre noi non possiamo essere veloci per tanti giri con regolarità. E’ difficile entrare in curva sempre con la stessa linea, frenare nello stesso punto, accelerare nello stesso modo. E’ questo il punto cruciale: dobbiamo essere più costanti».

Per Livio Suppo, Team Manager HRC, le cose non sono andate così male, ma è ovvio che si cerca anche di mascherare un po’ i problemi.

La colpa di chi è?

In parte di Marc Marquez, che forse in queste prime gare avrebbe potuto accontentarsi di più portando a casa un secondo posto in Argentina ed un terzo al Mugello, piuttosto che segnare uno zero nella classifica finale. Di sicuro è frustrante passare nel giro di pochi mesi da dominatore incontrastato del mondiale, che porta a casa 10 vittorie di fila, a pilota in perenne lotta con la sua moto e mai in grado di tenere lo stesso ritmo per tutta la gara.

D’altra parte non si possono non sottolineare anche gli errori di strategia fatti dalla casa giapponese al Mugello. Nelle FP3 Marquez è stato mandato in pista con delle gomme usate del venerdì, mentre in Q1 è stato fatto rientrare prima del tempo, ormai sicuri di ottenere la Q2. Eccessiva sufficienza? Troppa sicurezza?

Già durante i test di Sepang i due ufficiali avevano lamentato un comportamento anomalo della moto, ma sembra che la HRC non abbia voluto dargli retta al 100% trascinandosi il problema fino all’inizio della stagione quando, a motori congelati, non c’è più tempo per trovare una soluzione.

Fatto sta che qualcosa negli ingranaggi sembra essersi rotto, sta alla casa giapponese ora il compito di ricomporre i pezzi e cercare di trovare una soluzione prima di perdere il treno per il mondiale.

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